Doris, in senso puramente anagrafico, è la più piccola del mio gruppo di amici. "La piccirella", appunto. Ci siamo conosciute sei o sette anni fa, quando lavoravo come booker in un'agenzia di modelle. La piccirella avrebbe dovuto affiancarmi per un pò di tempo, per capire come affrontare un lavoro basato su sguardi rassicuranti, gestualità fluida, empatia immediata e un pizzico di ruffiana furbizia.
All'inizio ho pensato che fosse un'impresa ardua, perchè, al di là di una palese timidezza e un vago senso di smarrimento, Doris mi aveva dato l'impressione di essere la classica ragazza di buona famiglia, educata e un pò viziata, che provava ad intraprendere un percorso lavorativo per pura noia. Ma, siccome io credo che solo i cretini non cambiano idea, essermi sbagliata su di lei è stata una delle mie più grandi soddisfazioni. Infatti, è bastato pochissimo tempo; a lei, per capire come funzionava il lavoro e a me, per capire che il merito di quel veloce apprendimento era solo ed esclusivamente suo.
Fra me e la piccirella, ci sono 30 anni di differenza. Una generazione, una vita. E noi, da donne intelligenti, sappiamo perfettamente come gestirne il divario; lei dall'alto della sua giovane età, io dall'alto della mia esperienza. Siamo due intelligenze che si affrontano, si confrontano, si sorridono complici. Quasi sempre ognuna ha il ruolo doverosamente imposto dalla propria età, a volte, invece, i ruoli ce li scambiamo. A volte lei ha bisogno di me, a volte io ho bisogno di lei. Non c'è mai una delle due che prevale sull'altra. E' un equilibrio che funziona perfettamente. Invidiabile. Forse invidiato.
Doris non ha paura di chiedermi un consiglio e ammettere che non lo ha seguito, perchè l'istinto, o la testa, o il cuore le hanno suggerito di non seguirlo; sa che è legittimo chiedere e poter scegliere di fare tutt'altro. Non ha paura di dare consigli a me, sapendo che non ne chiedo quasi mai, che li ascolto volentieri ma difficilmente li seguo. E non ha paura di confrontarsi, perchè sa che il confronto, quando non è rabbioso, è segno di intelligenza e maturità.
In questi anni, l'ho vista crescere e diventare donna. Ho imparato a conoscere e ad amare il suo spirito di autocritica, la sua sensibilità e la sua curiosità di sperimentare la vita, stando sempre attenta a non far del male agli altri. L'ho vista con un piede in bilico in trappole a volte evidenti, a volte nascoste, senza mai farsi catturare del tutto. L'ho vista imparare ad evitarle, quando ne sente l'odore e a liberarsene in fretta quando ci cade dentro. L'ho vista attingere a delle risorse inaspettate per rendere forti le sue spalle. L'ho vista conquistare cose e persone; con un sano pizzico di audacia per vivere la sua sete di conoscere, provare, scartare e riprovare e con la giusta determinazione per affrontare le incognite e sapersene proteggere quando rasentano il pericolo. L'ho vista imparare a mostrare a se stessa e agli altri quanto si piace, con dignità, rispetto per se stessa e senza ombra di presunzione.
Io la conosco bene, la piccirella. Conosco la sua testa dura, così come conosco la generosità del suo cuore e l'affetto che sa dare, a volte più di quanto sia pronta a riceverne.
So che a volte ha bisogno di un momento per raggomitolarsi su se stessa, così come a volte ha bisogno di uscire per urlare in faccia al mondo che c'è e che è pronta alla battaglia; mettendo in conto le necessarie sconfitte, ma godendosi appieno le meritate vittorie.
E io sono con lei e seguo il suo cammino. Che sia un passo lento o una corsa sfrenata. Seguo il suo cammino, senza mai invadere il suo raggio di azione. Un passo indietro, per sostenerla quando inciampa. Al suo fianco, ogni volta che ne ha bisogno.
All'inizio ho pensato che fosse un'impresa ardua, perchè, al di là di una palese timidezza e un vago senso di smarrimento, Doris mi aveva dato l'impressione di essere la classica ragazza di buona famiglia, educata e un pò viziata, che provava ad intraprendere un percorso lavorativo per pura noia. Ma, siccome io credo che solo i cretini non cambiano idea, essermi sbagliata su di lei è stata una delle mie più grandi soddisfazioni. Infatti, è bastato pochissimo tempo; a lei, per capire come funzionava il lavoro e a me, per capire che il merito di quel veloce apprendimento era solo ed esclusivamente suo.
Fra me e la piccirella, ci sono 30 anni di differenza. Una generazione, una vita. E noi, da donne intelligenti, sappiamo perfettamente come gestirne il divario; lei dall'alto della sua giovane età, io dall'alto della mia esperienza. Siamo due intelligenze che si affrontano, si confrontano, si sorridono complici. Quasi sempre ognuna ha il ruolo doverosamente imposto dalla propria età, a volte, invece, i ruoli ce li scambiamo. A volte lei ha bisogno di me, a volte io ho bisogno di lei. Non c'è mai una delle due che prevale sull'altra. E' un equilibrio che funziona perfettamente. Invidiabile. Forse invidiato.
Doris non ha paura di chiedermi un consiglio e ammettere che non lo ha seguito, perchè l'istinto, o la testa, o il cuore le hanno suggerito di non seguirlo; sa che è legittimo chiedere e poter scegliere di fare tutt'altro. Non ha paura di dare consigli a me, sapendo che non ne chiedo quasi mai, che li ascolto volentieri ma difficilmente li seguo. E non ha paura di confrontarsi, perchè sa che il confronto, quando non è rabbioso, è segno di intelligenza e maturità.
In questi anni, l'ho vista crescere e diventare donna. Ho imparato a conoscere e ad amare il suo spirito di autocritica, la sua sensibilità e la sua curiosità di sperimentare la vita, stando sempre attenta a non far del male agli altri. L'ho vista con un piede in bilico in trappole a volte evidenti, a volte nascoste, senza mai farsi catturare del tutto. L'ho vista imparare ad evitarle, quando ne sente l'odore e a liberarsene in fretta quando ci cade dentro. L'ho vista attingere a delle risorse inaspettate per rendere forti le sue spalle. L'ho vista conquistare cose e persone; con un sano pizzico di audacia per vivere la sua sete di conoscere, provare, scartare e riprovare e con la giusta determinazione per affrontare le incognite e sapersene proteggere quando rasentano il pericolo. L'ho vista imparare a mostrare a se stessa e agli altri quanto si piace, con dignità, rispetto per se stessa e senza ombra di presunzione.
Io la conosco bene, la piccirella. Conosco la sua testa dura, così come conosco la generosità del suo cuore e l'affetto che sa dare, a volte più di quanto sia pronta a riceverne.
So che a volte ha bisogno di un momento per raggomitolarsi su se stessa, così come a volte ha bisogno di uscire per urlare in faccia al mondo che c'è e che è pronta alla battaglia; mettendo in conto le necessarie sconfitte, ma godendosi appieno le meritate vittorie.
E io sono con lei e seguo il suo cammino. Che sia un passo lento o una corsa sfrenata. Seguo il suo cammino, senza mai invadere il suo raggio di azione. Un passo indietro, per sostenerla quando inciampa. Al suo fianco, ogni volta che ne ha bisogno.
"Un passo indietro, per sostenerla quando inciampa. Al suo fianco, ogni volta che ne ha bisogno", credo che in questa frase sia racchiusa tutta la magia e la potenza del vostro rapporto ��
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