I VASI COMUNICANTI

Fra tutte le persone piacevolmente ritrovate in questi anni, Patty è quella che risale al periodo più in là nel tempo. Parlo del 1974, anno in cui a Napoli, prima di cambiare liceo, ho sperimentato per un solo semestre il classico e la prima ed unica classe mista della mia  piatta vita di studentessa. Patty faceva parte di quella classe. Ed era esattamente il mio contrario. Lei procace, sorridente con labbra carnose e l'aria da chi se la tira senza volerlo. Io, mingherlina, piagnona, di quelle che non si filava nessuno. Non ci frequentavamo, non eravamo amichette, eravamo solo due ragazzine nella stessa classe, fatta per metà da ragazzi che non avevano occhi che per lei.
Quando ci siamo riviste, anni fa, ci siamo abbracciate di un abbraccio strano; un abbraccio che voleva essere molto più affettuoso di quello che in realtà è stato; un abbraccio fra il curioso e il diffidente; un abbraccio fra due persone che non avevano condiviso quasi nulla, a parte qualche sporadico ricordo logorato dal tempo. E invece è bastato poco ad entrambe per capire che c'erano le basi  per costruire qualcosa di solido, partendo da un feeling immediato; di quelli indipendenti dalla pregressa conoscenza; di quelli che solleticano la curiosità e che è un peccato non approfondire seguendo l'istinto; di quelli da vivere con parsimonia, con intelligenza, con lealtà.
Patty abita in un'altra regione, ma sa che casa mia  è la sua seconda casa; il suo rifugio per tutte le stagioni e per tutto il tempo che vuole. Ogni volta che viene a trovarmi, mi da grande soddisfazione, perchè vedo e so che è perfettamente a suo agio in qualunque situazione e con chiunque; vedo e so che da chiunque è stimata e apprezzata per la sua intelligenza, la sua empatia, il suo naturale senso della cultura. Io e lei siamo due donne che stanno bene insieme ovunque; anche a casa, soltanto noi, ognuna nel pieno possesso del proprio divano; perchè in realtà ci bastiamo così. Siamo come vasi comunicanti, pieni di tanta roba, indipendente dalla forma e dalla densità delle nostre vite. Non ce ne frega niente di ricordare il nostro passato. Ci basta il nostro presente e ci piace l'idea del nostro futuro.
Patty fa l'insegnante ed è una donna di evidente cultura. Ma non di quelle spocchiose, che ne fanno presuntuosamente sfoggio, anzi. La percezione che si ha di lei è che viva la sua vita con orgogliosa semplicità, consapevole intelligenza e tanto, tanto amore; perchè, al di là della sua bellezza, quello che ispira è un abbraccio avvolgente, carezzevole, protettivo, che sa di buono; l'abbraccio di chi sa  tenere nel modo giusto le redini della sua vita e, se serve, anche di quella degli altri; offrendo il suo appoggio incondizionato, con buona creanza, senza imposizioni, nè pretese.
Lei conosce perfettamente la mia paura di cadere storta; mi ha vista vacillare più volte, senza mai tentare di raddrizzarmi a tutti i costi. Non è mai stata la mia valvola di scarico, la mia analista, il mio giudice, il mio contraltare, il mio alter ego. E' stata sempre e solo una donna che ascoltava un'altra donna e la capiva. Senza mai emettere un giudizio o una sentenza; dandomi semplicemente un'altra chiave di lettura, un punto di vista da una diversa angolazione, un buco nella serratura da cui spiare.
Ha una generosità fuori dal comune Patty. Inaspettata, sorprendente e senza alcuna pretesa che le torni indietro. Ed è una persona leale, di quelle senza nessun retrogusto amaro e senza nessun coltello da piantare fra le scapole.
Abbiamo feeling, io e Patty. Siamo due donne che stanno bene insieme. Due vasi comunicanti, pieni di tanta roba. Tutta buona.


















Commenti