Le cikuline sono le mie sorelle più piccole. Anche se non ricordo esattamente questo nomignolo da dove è saltato fuori, ricordo che lo abbiamo usato per un lunghissimo periodo, molto divertente, in cui noi fratelli e sorelle d'Urso stavamo molto spesso insieme, prima che ognuno prendesse la sua strada e iniziasse la propria vita. O una nuova vita.
Fabiana fa la scrittrice. E' una donna con il cervello sempre in azione, alla costante ricerca di cose da creare, nonostante il suo impegno di moglie e madre di ben tre figli. E' ironica e sagace, con la battuta sempre pronta. E sa perfettamente quando sta per dirne una delle sue, perchè comincia a ridere per prima, mangiandosi le parole e, anche solo per il fatto di non aver capito nulla, ti fa ridere per forza. E' una professionista dell'istigazione al buonumore.
Eleonora è la più piccola ed è una bravissima attrice. In lei ho sempre visto, o forse ho sempre voluto vedere, una vena di drammaticità. Un misto fatto di teatralità tipicamente napoletana e di drammi realmente vissuti e portati in scena. E invece ho recentemente scoperto che è un'attrice comica strepitosa. Vederla da sola, sul palco, interpretare tanti personaggi diversi e renderli così credibilmente vivi , facendomi sorridere di loro e con loro, mi ha fatto sentire orgogliosa di lei. Forse davvero per la prima volta. O mai come questa volta.
Quando tanti anni fa ho dovuto lasciarle, per imposizione e non certo per scelta, erano piccolissime e io, oltre al dolore, ho avuto paura. Paura che fossero troppo piccole per ricordarsi di me, di tutte le volte che le ho tenute in braccio, cullate, annusate, sbaciucchiate. Per tutte le volte che ho giocato con loro, che ho dormito con loro e che le ho guardate dormire, con la la sensazione prima e la certezza poi, che le avrei dovute lasciare, senza poter lasciare qualcosa di me.
E allora, nel tempo, quel qualcosa da lasciare me lo sono costruito. Lottando con le unghie e con i denti, contro situazioni e persone che non avevano nessuna considerazione e nessun rispetto per me, per loro, per la nostra sofferenza e la nostra dignità. Cercando di esserci il più possibile, perchè non si sentissero mai più abbandonate da nessuno, o perchè nessuno potesse mai più decidere della nostra vita.
So che mi considerano una sorta di memoria storica della famiglia e, nonostante siamo ormai tutte adulte, mi fanno ancora un pò di tenerezza quando mi chiedono di raccontare fatti e persone, per dare risposte a domande che non possono avere nessuna risposta, se non quella che loro conoscono bene. L'unica cosa che non mi hanno mai chiesto è come avessi vissuto io quel distacco forzato. Da un giorno all'altro via. Un saluto veloce a Fabiana che giocava sulla moquette blu e ad Eleonora che dormiva nella culla e via. Niente più giochi, niente più pappe, niente più dormire insieme, niente più capricci, niente più risate. Le abbandonavo sentendomi abbandonata. Ecco come l'ho vissuto, quel distacco.
Noi sorelle d'Urso, noi cikuline, fisicamente ci assomigliamo un pò tutte; caratterialmente, invece, siamo completamente diverse l'una dall'altra. Così come lo sono i due fratelli d'Urso. E io credo che anche questo sia il bello di essere in tanti; il confronto, il racconto e lo scambio di pensieri, emozioni, incazzature e cazzeggio. Ma anche lo scontro, a volte molto duro. E' fisiologico. E' inevitabile. E, se si usa l'intelligenza, è utile. Perchè ci sono momenti e situazioni, almeno una volta nella vita, in cui tutti tiriamo fuori il peggio di noi.
E in quei momenti e nei momenti che seguono, l'importante è rendersi conto del peso che il peggio ha nelle nostre vite. E decidere se farlo pesare più o meno del meglio che siamo. In quei momenti e nei momenti che seguono, l'importante è avere sempre la possibilità di scegliere, come abbiamo fatto noi. Che abbiamo scelto il meglio.
Fabiana fa la scrittrice. E' una donna con il cervello sempre in azione, alla costante ricerca di cose da creare, nonostante il suo impegno di moglie e madre di ben tre figli. E' ironica e sagace, con la battuta sempre pronta. E sa perfettamente quando sta per dirne una delle sue, perchè comincia a ridere per prima, mangiandosi le parole e, anche solo per il fatto di non aver capito nulla, ti fa ridere per forza. E' una professionista dell'istigazione al buonumore.
Eleonora è la più piccola ed è una bravissima attrice. In lei ho sempre visto, o forse ho sempre voluto vedere, una vena di drammaticità. Un misto fatto di teatralità tipicamente napoletana e di drammi realmente vissuti e portati in scena. E invece ho recentemente scoperto che è un'attrice comica strepitosa. Vederla da sola, sul palco, interpretare tanti personaggi diversi e renderli così credibilmente vivi , facendomi sorridere di loro e con loro, mi ha fatto sentire orgogliosa di lei. Forse davvero per la prima volta. O mai come questa volta.
Quando tanti anni fa ho dovuto lasciarle, per imposizione e non certo per scelta, erano piccolissime e io, oltre al dolore, ho avuto paura. Paura che fossero troppo piccole per ricordarsi di me, di tutte le volte che le ho tenute in braccio, cullate, annusate, sbaciucchiate. Per tutte le volte che ho giocato con loro, che ho dormito con loro e che le ho guardate dormire, con la la sensazione prima e la certezza poi, che le avrei dovute lasciare, senza poter lasciare qualcosa di me.
E allora, nel tempo, quel qualcosa da lasciare me lo sono costruito. Lottando con le unghie e con i denti, contro situazioni e persone che non avevano nessuna considerazione e nessun rispetto per me, per loro, per la nostra sofferenza e la nostra dignità. Cercando di esserci il più possibile, perchè non si sentissero mai più abbandonate da nessuno, o perchè nessuno potesse mai più decidere della nostra vita.
So che mi considerano una sorta di memoria storica della famiglia e, nonostante siamo ormai tutte adulte, mi fanno ancora un pò di tenerezza quando mi chiedono di raccontare fatti e persone, per dare risposte a domande che non possono avere nessuna risposta, se non quella che loro conoscono bene. L'unica cosa che non mi hanno mai chiesto è come avessi vissuto io quel distacco forzato. Da un giorno all'altro via. Un saluto veloce a Fabiana che giocava sulla moquette blu e ad Eleonora che dormiva nella culla e via. Niente più giochi, niente più pappe, niente più dormire insieme, niente più capricci, niente più risate. Le abbandonavo sentendomi abbandonata. Ecco come l'ho vissuto, quel distacco.
Noi sorelle d'Urso, noi cikuline, fisicamente ci assomigliamo un pò tutte; caratterialmente, invece, siamo completamente diverse l'una dall'altra. Così come lo sono i due fratelli d'Urso. E io credo che anche questo sia il bello di essere in tanti; il confronto, il racconto e lo scambio di pensieri, emozioni, incazzature e cazzeggio. Ma anche lo scontro, a volte molto duro. E' fisiologico. E' inevitabile. E, se si usa l'intelligenza, è utile. Perchè ci sono momenti e situazioni, almeno una volta nella vita, in cui tutti tiriamo fuori il peggio di noi.
E in quei momenti e nei momenti che seguono, l'importante è rendersi conto del peso che il peggio ha nelle nostre vite. E decidere se farlo pesare più o meno del meglio che siamo. In quei momenti e nei momenti che seguono, l'importante è avere sempre la possibilità di scegliere, come abbiamo fatto noi. Che abbiamo scelto il meglio.
Grazie Dada.
RispondiEliminaChe belle parole Daniela, molto commoventi
RispondiEliminaGrazie dei tuoi racconti della tua vita 😊
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