Ebbene si, Mi sono addormentata. Per la prima volta nella mia lunga carriera di "sanremista", ieri sera mi sono addormentata. Ho resistito fino all'una e trenta, mentre consideravo assurdo che una manifestazione nazional-popolare, accessibile a tutti, fruibile e godibile da chiunque, finisse così tardi. Ho trovato e trovo assurdo soprattutto il fatto che la musica, che dovrebbe essere l'unica vera protagonista di una kermesse in mondovisione (termine ripetuto più e più volte, con esagerata enfasi, come se fosse il primo allunaggio) venga bistrattata in un modo così palese, facendo cantare un artista a notte inoltrata, mancando di rispetto, a lui, ai suoi fan, al pubblico in teatro e a casa. A inutile beneficio di troppi siparietti, neanche troppo divertenti. Anzi, quasi tutti decisamente noiosi. Privilegiando lo spettacolo a discapito della musica e di chi la ama. Ma non è questa la causa del mio disgusto. No. La vera causa è la presenza a Festival di tale junior cally, di cui (per fortuna) ignoravo l'esistenza fino a prima del battage pubblicitario sul Festival. Ho scritto le iniziali del nome in minuscolo, dato l'infimo linguaggio di cui questo discutibile personaggio si serve per comunicare volgarità e istigazione a tutto quello che di brutto esiste. Il testo pre-Sanremo, pubblicato alla fine del post, non ha bisogno di ulteriori commenti.
A lui e ai milioni di visualizzatori seriali che hanno avallato, aspplaudito e condiviso le porcherie che ha scritto e "cantato" (con una dose di autotune da cavallo) dandogli la possibilità di diventare una specie di orrendo fenomeno, va tutto il mio disprezzo. Come amante della musica. Come donna. Come essere umano.
C'è da dire che, purtroppo, non è l'unico orrendo fenomeno (nell'accezione negativa del termine) che gira in rete. Al momento, è solo il più fortunato.
La sua fortuna, a dispetto di altri, è stata l'astuzia di chi gli ha permesso di stare sul palco di una manifestazione così popolare e così in mondovisione, consapevole che da sempre, ipocritamente, la maggior parte degli italiani dichiara di non vederla e che da sempre, ipocritamente, la vede. Dalla prima all'ultima puntata.
L'astuzia di chi ha sfruttato la debolezza o il finto buonismo di chi ci è cascato, attraverso un testo pieno di parole buttate alla rinfusa, per creare un effetto alla rinfusa. Con il dito puntato contro le brutte persone che insultano nascoste dietro una tastiera, mentre lui, che fino ad ora ha insultato gli essere umani e la loro intelligenza, nascosto dietro una maschera, ha continuato a farlo senza.
Io non conosco personalmente questo tizio. Magari ha un odio represso verso le donne. O verso le istituzioni. O verso il resto dell'umanità. Ed esprime la sua rabbia schernendo, denigrando e insultando chiunque, fottendosene altamente delle tante, reali vittime dell'hate speech. O magari, approfittando della quasi totale mancanza di controllo sui social e sul web intero, ha solo colto la sua occasione, intrufolandosi nella enorme, dilagante e sempre più preoccupante voragine culturale degli italiani. Una voragine dalla quale mi dissocio con tutta la forza che ho e alla quale rigiro le uniche due parole che valga la pena leggere del bruttissimo testo di un bruttissimo rap: NO GRAZIE!
A lui e ai milioni di visualizzatori seriali che hanno avallato, aspplaudito e condiviso le porcherie che ha scritto e "cantato" (con una dose di autotune da cavallo) dandogli la possibilità di diventare una specie di orrendo fenomeno, va tutto il mio disprezzo. Come amante della musica. Come donna. Come essere umano.
C'è da dire che, purtroppo, non è l'unico orrendo fenomeno (nell'accezione negativa del termine) che gira in rete. Al momento, è solo il più fortunato.
La sua fortuna, a dispetto di altri, è stata l'astuzia di chi gli ha permesso di stare sul palco di una manifestazione così popolare e così in mondovisione, consapevole che da sempre, ipocritamente, la maggior parte degli italiani dichiara di non vederla e che da sempre, ipocritamente, la vede. Dalla prima all'ultima puntata.
L'astuzia di chi ha sfruttato la debolezza o il finto buonismo di chi ci è cascato, attraverso un testo pieno di parole buttate alla rinfusa, per creare un effetto alla rinfusa. Con il dito puntato contro le brutte persone che insultano nascoste dietro una tastiera, mentre lui, che fino ad ora ha insultato gli essere umani e la loro intelligenza, nascosto dietro una maschera, ha continuato a farlo senza.
Io non conosco personalmente questo tizio. Magari ha un odio represso verso le donne. O verso le istituzioni. O verso il resto dell'umanità. Ed esprime la sua rabbia schernendo, denigrando e insultando chiunque, fottendosene altamente delle tante, reali vittime dell'hate speech. O magari, approfittando della quasi totale mancanza di controllo sui social e sul web intero, ha solo colto la sua occasione, intrufolandosi nella enorme, dilagante e sempre più preoccupante voragine culturale degli italiani. Una voragine dalla quale mi dissocio con tutta la forza che ho e alla quale rigiro le uniche due parole che valga la pena leggere del bruttissimo testo di un bruttissimo rap: NO GRAZIE!
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