LE COSE CHE SE NE VANNO

Stamattina, come da un pò di tempo a questa parte, mi sono svegliata molto presto. E siccome quando apro gli occhi, la prima cosa che devo assolutamente fare è mangiare, ho preso il mio bel caffellatte, ci ho pucciato dentro i miei dieci biscotti e gioiosamete satolla,  sono tornata a letto insieme all'assurda speranza di riaddormentarmi dopo una macchinetta di caffè. Quella da 4.
Ovviamente e inevitabilmente, la mia mente ha cominciato a fare i suoi voli, più o meno pindarici e mi sono ritrovata incastrata nel pensiero delle cose della vita che ad un certo punto se ne vanno.
Ho provato a pensarci, cercando di non cadere nella banalità di frasi ad effetto tipo "se lasci una cosa libera nel pensiero e ti torna, vuol dire che è tua, se non torna non lo è mai stata", o roba così. Devo dire che ho fatto fatica a non cedere alla tentazione della ruffiana semplicità di questo concetto, anche perchè, da tempo, ho imparato a non confondere la proprietà con il possesso; la cosa guadagnata col sudore e la cosa goduta senza averne versato neanche una goccia. In realtà, elaborare un concetto personale su un argomento così vasto che non coinvolga il destino, il "nulla succede per caso", la manna dal cielo o il semplice "doveva andare così", non è proprio semplicissimo.
Va da sè che le cose materiali, quelle del portafoglio, sono quelle meno fraintendibili. Noi compriamo, regaliamo, barattiamo, buttiamo, distruggiamo e, tranne quando  per incuria, distrazione, o semplice casualità le perdiamo, abbiamo potere decisionale su di loro. E a loro non frega una mazza di essere nostre o di chiunque altro. Sono solo cose, molte delle quali assolutamente rinunciabili.
Le cose non tangibili e non remunerabili, le cose del cuore insomma, i sentimenti, le emozioni, le sensazioni, sono un libero scambio con altri sentimenti, altre emozioni, altre sensazioni. Sono assolutamente irrinunciabili e assolutamente, irrinunciabilmente, continuamente condivise. Sempre. Quando sono dolorose. O felici. O goliardiche. O disperate. Quando sono corrisposte o meno. Quando sono appena percettibili o palesemente manifeste. A volte sono un compromesso, a volte una trappola, a volte un divertimento, a volte una gabbia. Quale uso farne, è una scelta di vita.
Ed è vero che le cose se ne vanno, continuamente. Per tanti motivi e in tanti modi. Magari nello stesso modo in cui ci sono arrivate. Più o meno prevedibilmente. Più o meno inaspettatamente. Più o meno logicamente. Più o meno sorprendentemente.
Alcune nascono in un modo e poi si trasformano in un altro. E la trasformazione non è altro che la sostituzione di una cosa che se ne è andata, con una cosa nuova.
Altre ancora se ne sono andate da tempo, dandoci l'illusione di essere stati noi ad aver deciso di lasciarle andare, mentre l'unica decisione davvero nostra è quella che prendiamo quando le cose decidono di tornare. Perchè le cose che se ne vanno se lo vogliono, tornano. E se noi lo vogliamo, restano.

















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