Ho conosciuto Carla nel 1990. Lavoravamo in una rivista molto patinata, la cui testimonial era un personaggio molto famoso. Io ero segretaria di redazione, Carla era Art Director. Ci siamo prese immediatamente. Umanamente, empaticamente, epidermicamente, confidenzialmente. La rivista, come era logico che fosse, dopo poco tempo chiuse i battenti, perchè l'andare di moda esigeva altro. Ma io e Carla abbiamo continuato a coltivare e mantenere per un pò di tempo quel rapporto che si era instaurato fra due intelligenze profondamente sensibili, quanto profondamente cazzeggione. Poi come succede per la maggioranza degli esseri umani, la vita ci ha indicato i percorsi da scegliere e seguire. Ognuno ha preso il suo. Lei è diventata moglie e mamma, un'ottima mamma. Io sono rimasta cazzeggiona ancora per un bel pò.
Non ci siamo più viste nè sentite per una sconsiderata cifra di anni, ma ogni tanto ci siamo vicendevolmente pensate. Per un particolare ricordo, o per un pizzico di nostalgia, o perchè i periodi difficili ci portano ad avere nostalgia di quelli decisamente migliori, o forse solo perchè il passare del tempo ogni tanto ti presenta il conto e ti obbliga a leggere la data sullo scontrino.
Io però sono del parere che esistono dei legami speciali, che non sono quantificabili in termini di tempo, nè di intensità. Sono dei fili quasi invisibili, di cui ci accorgiamo soltanto quando il destino, il karma, l'universo, o chi per loro, ce li ricorda o ce ne ripropone l'esistenza. E quando ci si ritrova di fronte dopo tanto tempo, il piacere di ricostruire, quando c'è, va colto al volo. Altrimenti diventa una perdita.
Mi piace molto Carla. Come mi piaceva allora e anche di più. Mi piace il rapporto che abbiamo, fatto di profondo affetto e profonda stima, ma anche di confronti, consigli, cazzeggi e scontri. Mi piace il nostro continuo scambio di soddisfazioni, dolori, battute stupide, fantasie, speranze, realtà. Mi piace la sua intelligenza brillante, ironica e autoironica. Mi piacciono la sua sagacia, il suo gusto per la battuta e la sua risata sincera, godereccia, contagiosa. Mi piace leggere fra le righe quel guizzo di genialità con cui associa ironicamente cose e persone. Me per prima, che per lei sono "Guidubalda" ("Guidu", quando va di fretta e usa il diminutivo...), come i titoli dei bmovies di una volta.
Abbiamo entrambe attraversato tante cose, in questi anni. Abbiamo entrambe affrontato situazioni difficili, confrontandoci con grande lucidità e maturità. Chiedendo consigli l'una all'altra e prendendoci la responsabilità di darne anche quando non erano richiesti. Ci siamo sedute l'una nel tunnel dell'altra. Al buio. Tenendoci le mani, finchè non diventavano di nuovo calde.
Ma abbiamo anche riso. Tanto. Tenendoci stretta la reciproca consapevolezza che, nonostante le mazzate, il cuore che sa anche ridere non smetterà mai di farlo.
E' un femminone Carla. Una fonte inesauribile di cose da dire e dare.
Ha lo sguardo e il sorriso che viaggiano insieme. Di quelli puliti, accoglienti, rassicuranti. Di quelli che fanno pensare a coraggio, fiducia, solidarietà. A braccia spalancate, genuinità, senso di completezza. Mi piace la sua umanità. Perchè è quel tipo di umanità che ti promette di esserci e mantiene la promessa. Perchè sa riconoscere chi fa lo stesso. Perchè ne sa apprezzare e custodire il valore. Che è il nostro valore. Perchè Carla c'è. E io, che sono Guidubalda, ci sono.
Non ci siamo più viste nè sentite per una sconsiderata cifra di anni, ma ogni tanto ci siamo vicendevolmente pensate. Per un particolare ricordo, o per un pizzico di nostalgia, o perchè i periodi difficili ci portano ad avere nostalgia di quelli decisamente migliori, o forse solo perchè il passare del tempo ogni tanto ti presenta il conto e ti obbliga a leggere la data sullo scontrino.
Io però sono del parere che esistono dei legami speciali, che non sono quantificabili in termini di tempo, nè di intensità. Sono dei fili quasi invisibili, di cui ci accorgiamo soltanto quando il destino, il karma, l'universo, o chi per loro, ce li ricorda o ce ne ripropone l'esistenza. E quando ci si ritrova di fronte dopo tanto tempo, il piacere di ricostruire, quando c'è, va colto al volo. Altrimenti diventa una perdita.
Mi piace molto Carla. Come mi piaceva allora e anche di più. Mi piace il rapporto che abbiamo, fatto di profondo affetto e profonda stima, ma anche di confronti, consigli, cazzeggi e scontri. Mi piace il nostro continuo scambio di soddisfazioni, dolori, battute stupide, fantasie, speranze, realtà. Mi piace la sua intelligenza brillante, ironica e autoironica. Mi piacciono la sua sagacia, il suo gusto per la battuta e la sua risata sincera, godereccia, contagiosa. Mi piace leggere fra le righe quel guizzo di genialità con cui associa ironicamente cose e persone. Me per prima, che per lei sono "Guidubalda" ("Guidu", quando va di fretta e usa il diminutivo...), come i titoli dei bmovies di una volta.
Abbiamo entrambe attraversato tante cose, in questi anni. Abbiamo entrambe affrontato situazioni difficili, confrontandoci con grande lucidità e maturità. Chiedendo consigli l'una all'altra e prendendoci la responsabilità di darne anche quando non erano richiesti. Ci siamo sedute l'una nel tunnel dell'altra. Al buio. Tenendoci le mani, finchè non diventavano di nuovo calde.
Ma abbiamo anche riso. Tanto. Tenendoci stretta la reciproca consapevolezza che, nonostante le mazzate, il cuore che sa anche ridere non smetterà mai di farlo.
E' un femminone Carla. Una fonte inesauribile di cose da dire e dare.
Ha lo sguardo e il sorriso che viaggiano insieme. Di quelli puliti, accoglienti, rassicuranti. Di quelli che fanno pensare a coraggio, fiducia, solidarietà. A braccia spalancate, genuinità, senso di completezza. Mi piace la sua umanità. Perchè è quel tipo di umanità che ti promette di esserci e mantiene la promessa. Perchè sa riconoscere chi fa lo stesso. Perchè ne sa apprezzare e custodire il valore. Che è il nostro valore. Perchè Carla c'è. E io, che sono Guidubalda, ci sono.
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