AND THE WINNER IS

Eccola la mia classifica speciale. Stilata in base alla soggettività, quindi al puro gusto  personale e ai suoi derivati, che non hanno niente a che vedere con ciò che preferisco, perchè, a mio avviso, la soggettività non deve corrispondere necessariamente alla preferenza.
Lo so, se rileggo ciò che ho appena scritto sembra inutilmente complicato anche a me, ma la differenza fra soggettività e preferenza c'è. Non ci si pensa quasi mai, ma c'è.
E siccome le cose e le persone che, per mio gusto personale, mi piacciono,  mi emozionano e mi  coinvolgono sono tante, ho dovuto scremare, scremare e ancora scremare, fino ad arrivare a sole tre forme d'arte, con il relativo (e molto soggettivo) primo ed unico classificato, che si è beccato il titolo di "migliore del mondo", ridondante, teatrale, esagerato. Perchè io sono napoletana, quindi ridondante, teatrale, esagerata.
Questo mio post, a cui magari un giorno farò seguire la classifica delle mie preferenze, con tanto di podio, è per dare alcuni indizi a chi volesse provare a capire, attraverso il mio gusto personale, chi è Daniela. Non Dany d'Urso. Solo Daniela.

La canzone più bella del mondo: LIFE ON MARS, di David Bowie.
Testo visionario, sempre e comunque attuale e, perchè no, futurista. Scritto 46 anni fa. E interpretato da uno degli artisti più prestigiosi che l'arte abbia mai avuto. Imperfetto nell'intonazione, puro concentrato di fascino e carisma in tutto il resto. Un figo spaziale.

Il film più bello del mondo: JESUS CHRIST SUPERSTAR, di Norman Jewison.
Un Gesù somigliantissimo all'immaginario collettivo, con una gran dolcezza di sguardi e gesti e una potentissima voce rock. Un film che racconta la fragilità, la debolezza e la paura di un uomo, senza mai mettere in discussione la credibilità di ciò che rappresenta, nonostante i palesi riferimenti a temi come guerra e razzismo Un'opera rock dal primo all'ultimo fotogramma. Un vero capolavoro.

Il libro più bello del mondo: CENT'ANNI DI SOLITUDINE, di Gabriel Garcia Marquez.
Una storia lunga 7 generazioni, in cui protagonisti si chiamano praticamente tutti nello stesso modo e, nonostante ciò,  non è possibile confonderli fra loro. Chi lo fa, è meglio che legga altro, perchè la bellezza di questo libro sta nel riconoscere e amare i personaggi e le relative dinastie,  anche se hanno lo stesso nome. Una pennellata di genio.















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