Quando decido di condividere pubblicamente i miei pensieri, le mie opinioni e i miei ricordi, decido di condividere un pò di passato, un pò di presente e la voglia, ancora in fase di embrionale implosione, di condividere anche un pò di futuro. Cosicchè chi legge possa capire che tipo di carattere ho. Qualcosa ogni tanto ve la anticipo io, attraverso i miei pensieri. Il resto è frutto dei vostri.
Sono una donna estremamente ironica e autoironica e abbastanza intelligente da saper riconoscere quando dico una minkiata, oppure quando esprimo un pensiero frutto di profonda riflessione. Dipende dalle circostanze. E questo dovrebbe valere per tutti, perchè ci sono situazioni in cui l'espressione del proprio pensiero è un diritto, oltre che un dovere, così come, in altre situazioni, lo è il tacere. E io difficilmente taccio. Anzi, quando credo sia giusto, esterno. E pure parecchio. E proprio su alcune mie esternazioni, con gli amici, abbiamo cominciato a trarre cazzeggio da alcune mie frasi, dichiaratamente riconosciute come "perle di saggezza", che mi escono così, spontaneamente. Quando nessuno se lo aspetta. Nemmeno io. Tant'è che, quando ne caccio improvvisamente fuori una, a volte senza alcuna attinenza con l'argomento di discussione, me lo dico da sola: "Marò, che perla di saggezza che ho appena detto..."
In ogni caso, con il mio gruppetto di amici pazzi, ci abbiamo sempre riso tanto e ci ridiamo ancora su. Certo, come in ogni situazione, c'è l'eccezione che conferma la regola e quindi, finchè per qualcuno le mie perle sono state oggetto di interesse, riflessione e confronto, erano assai apprezzate, fino al momento in cui sono diventate presuntuosamente inutili; probabilmente perchè non servivano più allo scopo. Tantomeno io, con o senza di loro.
Ma questo accade continuamente e a moltissime persone, non sono la sola beneficiaria di un voltafaccia, o di un semplice ripensamento. E, anche se concetto e conseguenti azioni feriscono, prima o poi bisogna farsene una ragione e andare avanti, magari, nonostante l'evidente spreco, buttando lì un'ultima perla, pro bono e senza più nulla a pretendere.
In ogni caso, la stranezza di queste perle, al contrario a tutto ciò che la saggezza dovrebbe rappresentare, è che le dimentico un istante dopo averle dette. E, siccome non credo sia una cosa normale, ho formulato due ipotesi: o sono posseduta da qualche spiritello benevolo, o sparo serissime minkiate convinta che siano perle assolute.
Al momento, non saprei quale delle due ipotesi preferire. In realtà mi fanno sorridere tutte e due, quindi ne lascio la decisione a chi mi legge. Stamattina, per esempio, ho creduto di aver partorito un'altra perla delle mie, invece mi sono resa conto che la perla non c'entrava proprio nulla. La saggezza invece si. Infatti, appena sveglia, mi sono fatta una domanda che non mi ero mai fatta prima: "E se invece di sperare che non accada niente di brutto, cominciassi a sperare che accada qualcosa di bello?" E questa non è una perla, che si perde nell'aria e nelle risate affettuose. Questa è improvvisa, pura e semplice saggezza. Infatti non l'ho dimenticata subito. Anzi, la tengo bene a mente. Perchè forse, e dico forse, ho capito che è ora di passare dalle perle all'azione.
Sono una donna estremamente ironica e autoironica e abbastanza intelligente da saper riconoscere quando dico una minkiata, oppure quando esprimo un pensiero frutto di profonda riflessione. Dipende dalle circostanze. E questo dovrebbe valere per tutti, perchè ci sono situazioni in cui l'espressione del proprio pensiero è un diritto, oltre che un dovere, così come, in altre situazioni, lo è il tacere. E io difficilmente taccio. Anzi, quando credo sia giusto, esterno. E pure parecchio. E proprio su alcune mie esternazioni, con gli amici, abbiamo cominciato a trarre cazzeggio da alcune mie frasi, dichiaratamente riconosciute come "perle di saggezza", che mi escono così, spontaneamente. Quando nessuno se lo aspetta. Nemmeno io. Tant'è che, quando ne caccio improvvisamente fuori una, a volte senza alcuna attinenza con l'argomento di discussione, me lo dico da sola: "Marò, che perla di saggezza che ho appena detto..."
In ogni caso, con il mio gruppetto di amici pazzi, ci abbiamo sempre riso tanto e ci ridiamo ancora su. Certo, come in ogni situazione, c'è l'eccezione che conferma la regola e quindi, finchè per qualcuno le mie perle sono state oggetto di interesse, riflessione e confronto, erano assai apprezzate, fino al momento in cui sono diventate presuntuosamente inutili; probabilmente perchè non servivano più allo scopo. Tantomeno io, con o senza di loro.
Ma questo accade continuamente e a moltissime persone, non sono la sola beneficiaria di un voltafaccia, o di un semplice ripensamento. E, anche se concetto e conseguenti azioni feriscono, prima o poi bisogna farsene una ragione e andare avanti, magari, nonostante l'evidente spreco, buttando lì un'ultima perla, pro bono e senza più nulla a pretendere.
In ogni caso, la stranezza di queste perle, al contrario a tutto ciò che la saggezza dovrebbe rappresentare, è che le dimentico un istante dopo averle dette. E, siccome non credo sia una cosa normale, ho formulato due ipotesi: o sono posseduta da qualche spiritello benevolo, o sparo serissime minkiate convinta che siano perle assolute.
Al momento, non saprei quale delle due ipotesi preferire. In realtà mi fanno sorridere tutte e due, quindi ne lascio la decisione a chi mi legge. Stamattina, per esempio, ho creduto di aver partorito un'altra perla delle mie, invece mi sono resa conto che la perla non c'entrava proprio nulla. La saggezza invece si. Infatti, appena sveglia, mi sono fatta una domanda che non mi ero mai fatta prima: "E se invece di sperare che non accada niente di brutto, cominciassi a sperare che accada qualcosa di bello?" E questa non è una perla, che si perde nell'aria e nelle risate affettuose. Questa è improvvisa, pura e semplice saggezza. Infatti non l'ho dimenticata subito. Anzi, la tengo bene a mente. Perchè forse, e dico forse, ho capito che è ora di passare dalle perle all'azione.
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