LE PALLE

Ho più difetti che pregi, lo so. Uno dei miei pregi è il coraggio. Anche se, onestamente,  non ho mai capito bene se quello che mi fa rialzare e camminare ogni volta e a testa alta, è coraggio o puro e semplice spirito di sopravvivenza. In ogni caso è quello che mi piace di me. E che, anno dopo anno, soddisfazione dopo soddisfazione, dolore dopo dolore, mi ha fatto arrivare alla conclusione (o alla presunzione) che il vero coraggio è avere a che fare con persone altrettanto coraggiose, senza che diventi una competizione.
Ho capito che quello che cerco e che ho sempre cercato, sono le persone coraggiose, con le palle. Uomini o donne che siano, ma con le palle.
Con le palle di affrontare il possibile rischio di ferirmi e guardarmi andare via ferita, senza sentirsi in colpa.
Con le palle di mantenere una promessa, senza sperare che me ne dimentichi.
Con le palle di dirmi che mi sta usando e lasciarmi la scelta di concederglielo.
Con le palle di assumersi la responsabilità di uno sbaglio di entrambi, senza doverne calcolare e distribuire per forza la percentuale.
Con le palle di ammettere che mi abbandona, senza dover per forza dire " tanto lo sai che ci sono". Perchè sa che lo capisco. Perchè sa che mi fido. Perchè sa che glielo perdono.
Con le palle di spiegarmi il motivo per cui non posso essere una parte importante della sua vita, fregandosene di dare uno schiaffo alla mia sensibilità.
Con le palle di ammettere che a volte è meglio fare una figura di merda, chiedendo subito scusa, piuttosto che provare a gestire una situazione difficile, in cui le scuse non sono ammesse.
Con le palle di ammettere che sono servita finchè non è stato raggiunto un traguardo. Giorno dopo giorno. Risata dopo risata. Lacrima dopo lacrima.
Con le palle di guardarmi in faccia e dirmi vaffanculo, soprattutto con gli occhi. Perchè qualunque sentimento è completamente sincero solo quando si può leggere negli occhi.
Ho più difetti che pregi, lo so. E probabilmente anche ammetterlo potrebbe essere considerato un difetto. Perchè potrebbe essere un'ipocrisia. Un alibi. Una paraculata. Invece è solo la chiusa di un monologo. Di quelle che piacciono a me. Di quelle che mi appartengono, che vengano capite o no.































Commenti

  1. Conosco bene la tua storia e penso di sapere di cosa stai parlando. Le palle, mia cara amica, le abbiamo noi che ad ogni schiaffo della vita sappiamo rialzarci, noi che affrontiamo con coraggio una solitudine dell'anima di cui non ci vergognamo. Consapevoli delle nostre debolezze e delle nostre forze. Sempre pronte a sorridere di nuovo, sempre pronte a piangere di nuovo. Senza maschere, senza un trucco pesante che nasconde le rughe che la vita ci ha lasciato. Le palle le abbiamo noi che amiamo incondizionatamente, nell'amicizia come nell'amore, senza secondi fini ma solo per naturale inclinazione, ben sapendo per questo di essere più vulnerabili. Vulnerabili ma vere. L'onestà intellettuale, la veracità dei sentimenti spaventa, sai. Spiazza. Spiazza tutti coloro che pensano che la vita sia fatta di apparenze, di fuffa, di bei tappeti sotto ai quali si nasconde un marciume nauseabondo. A quelle come noi il marciume sotto ai tappeti non appartiene, le nefandezze della vita le mettiamo in sacchettini trasparenti e le appoggiamo difronte alla porta di casa, senza curarci troppo se il vicino può sbirciarci dentro. Questo vuol dire avere palle.
    Con tutta la stima e l'affetto che ci unisce da una vita.

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