Nei primissimi anni del 2000 io avevo appena finito tre serie di una soap ed ero veramente stanca. Tutto quello che volevo era un pò di tempo per me e non sentir parlare per un pò di planning, ordini del giorno, pick-up e camerini. Invece, dopo una settimana, mi hanno chiamato per un film. Un lavoro facile facile, di sole 5 settimane; uno splatter, tutto in inglese, per un un fantafestival tedesco. Due location e scene da girare quasi esclusivamente in interni. Ovviamente low bugdet.
In realtà quello che mi ha convinta ad accettare subito, nonostante ci fossero tutte le premesse per farsi il mazzo a due lire, è stata l'idea di lavorare con gli effetti speciali di Sergio Stivaletti e il suo team, quindi mi ci sono buttata ad occhi chiusi, pensando che niente avrebbe potuto eguagliare la fatica di tre serie di una soap, tutte di seguito.
Sono state 5 settimane di follia. Le prime due nel castello di Lunghezza, all'epoca un posto fatiscente, buio, umido, inquietante. Faceva un freddo assassino e una saletta costantemente ghiacciata (con due inutili stufette a evidente presa per il culo) fungeva da qualunque reparto: produzione, sartoria, trucco e parrucco, attrezzeria. L'unico camerino era costituito da un bagnetto di un metro lineare per uno, con l'acqua gelida, dove gli attori si lavavano e cambiavano. Si cominciava la mattina prestissimo e si si finiva solo quando l'evidente follia del regista era soddisfatta, quasi sempre dopo due o tre ore di straordinario, ovviamente non retribuito.
Gli attori provenivano quasi tutti dal teatro; abituati ad una vita di stanzette gelide, ma tutti con una gran professionalità. Perchè solo se sei un vero professionista, stai ore al freddo, magari bagnato fradicio di sangue finto e senza sbroccare neanche un momentino. A me veniva da prendere a capocciate in bocca il regista un minuto si e uno no. Ho resistito solo per solidarietà verso gli attori, oltretutto indegnamente sottopagati.
Un vero horror quotidiano. Braccia , gambe, cuori e cervelli spiaccicati per terra e sul soffitto, sangue finto ovunque; sciabole, seghe elettriche, balestre, martelli e chiodi giganti che sembravano veri ed erano finti.
Topi, pipistrelli e ragni giganti che sembravano finti ed erano veri.
Il tutto diretto da un pazzo urlante, grande e grosso, vestito da nazista e molto, molto convinto che l'orrido film che stavamo girando fosse un capolavoro. Lui si...
In realtà quello che mi ha convinta ad accettare subito, nonostante ci fossero tutte le premesse per farsi il mazzo a due lire, è stata l'idea di lavorare con gli effetti speciali di Sergio Stivaletti e il suo team, quindi mi ci sono buttata ad occhi chiusi, pensando che niente avrebbe potuto eguagliare la fatica di tre serie di una soap, tutte di seguito.
Sono state 5 settimane di follia. Le prime due nel castello di Lunghezza, all'epoca un posto fatiscente, buio, umido, inquietante. Faceva un freddo assassino e una saletta costantemente ghiacciata (con due inutili stufette a evidente presa per il culo) fungeva da qualunque reparto: produzione, sartoria, trucco e parrucco, attrezzeria. L'unico camerino era costituito da un bagnetto di un metro lineare per uno, con l'acqua gelida, dove gli attori si lavavano e cambiavano. Si cominciava la mattina prestissimo e si si finiva solo quando l'evidente follia del regista era soddisfatta, quasi sempre dopo due o tre ore di straordinario, ovviamente non retribuito.
Gli attori provenivano quasi tutti dal teatro; abituati ad una vita di stanzette gelide, ma tutti con una gran professionalità. Perchè solo se sei un vero professionista, stai ore al freddo, magari bagnato fradicio di sangue finto e senza sbroccare neanche un momentino. A me veniva da prendere a capocciate in bocca il regista un minuto si e uno no. Ho resistito solo per solidarietà verso gli attori, oltretutto indegnamente sottopagati.
Un vero horror quotidiano. Braccia , gambe, cuori e cervelli spiaccicati per terra e sul soffitto, sangue finto ovunque; sciabole, seghe elettriche, balestre, martelli e chiodi giganti che sembravano veri ed erano finti.
Topi, pipistrelli e ragni giganti che sembravano finti ed erano veri.
Il tutto diretto da un pazzo urlante, grande e grosso, vestito da nazista e molto, molto convinto che l'orrido film che stavamo girando fosse un capolavoro. Lui si...
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