LA BILANCIA

Io sono una grande fruitrice del mezzo televisivo. Un pò per ventennale mestiere, un pò perchè mi fa compagnia. Vedo quasi tutti i format che le varie reti propongono, tranne i programmi di politica, perchè a differenza dei talk di intrattenimento, che fanno dell'inciucio la loro politica, i talk di politica mascherano l'inciucio da inutili promesse.
In entrambi i casi, comunque, non mi piace la televisione urlata e non mi piacciono le esagerazioni, ma conosco bene i meccanismi dello spettacolo, quindi me la cavo pensando che è una questione di gusto personale.
Quello che mi lascia sempre più basita, però, è la profonda, insana, incontrollata ipocrisia attraverso la quale il mondo televisivo e virtuale hanno preso il sopravvento sul mondo reale.. 
Io sono assolutamente dalla parte di chi lotta contro vere e proprie piaghe dell'umanità come l'omofobia, il bullismo e  ogni tipo di violenza, che sia mia sorella o chiunque altro ad abbracciare la fatica di schierarsi con i meno forti. Detto questo, però, mi sto rendendo conto che, più passa il tempo, più l'umanità progredisce e  più mi sento come divisa a metà, senza avere una reale via di mezzo.
Da un lato, penso che ormai non si può più dire mezza parola che si è accusati di essere omofobi, bulli, violenti etc.  e questo non mi piace, perchè incutere il terrore di non poter più aprire bocca per paura di essere sommariamente giudicati e condannati senza possibilità di appello, non è per niente sano e indicativo di umano progresso.  Non si può improvvisamente tacciare qualcuno di omofobia, o di violenza contro le donne,  mettendogli addosso un'etichetta pesantissima, soltanto per aver detto  "sembri una checca isterica", oppure "ti sei vestita come un mignottone". Non siamo ipocriti e diciamoci la verità...chi di noi non ha mai pronunciato frasi del genere? Per me sono solo paragoni con una realtà esistente dalla notte dei tempi che non è cancellabile, perchè fa parte della storia dell'essere umano. La differenza la fanno l'intento del pensiero e le azioni che ne conseguono.
Il mio migliore amico è gay (lo so, lo so... è la prima cosa che tutti dicono quando vengono accostati all' omofobia) e io lo amo incondizionatamente. Eppure ogni tanto gli dico "Maro'...sei proprio ricchione..." ; glielo dico scherzando  e so di poterlo fare, perchè so che sto giocando con un uomo intelligente che sa andare oltre il bigotto pensiero comune... Ma capisco anche che non tutti sanno capire e andare oltre, che li riguardi personalmente o no. E questo un pò mi fa riflettere.
Dall'altro lato, però,  penso che, se se vogliamo davvero partecipare alla battaglia contro l'omofobia, il bullismo e la violenza, dobbiamo accettare anche il fatto che il non poter più dire "checca isterica" a qualcuno, o urlare parolacce sul muso di qualcun'altro, non è un passo indietro, ma un prendere coscienza che esprimersi in modo rispettoso ed educato fa parte non solo del vivere civile, ma dell'accettazione l'uno dell'altro. 
Ma penso anche che in troppi preferiscono ancora rassegnarsi, decidendo di farsi gli affari propri, perchè finchè uno non viene toccato personalmente chi glielo fa fare di infilarsi in qualcosa che non lo riguarda per difendere qualcuno che manco conosce. Quindi meglio girare la testa dall'altra parte, spesso rischiando di non vedere neanche quello che succede all'interno del proprio nucleo familiare. 
Alla fine della fiera, io mi trovo su di una bilancia, con il difficilissimo compito di spostarne il peso anche solo millimetricamente, perfettamente conscia di quello a cui mi espongo facendo pendere il peso di un piatto a discapito dell'altro. Il fatto è che non ho dubbi. Tutta la vita in dalla parte di chi merita rispetto, educazione e amore. Chiunque sia.


























mi sento come se fossi sul piatto della bilancia e non riuscissi a raggiungere il peso perfetto, l'equità assoluta.

Commenti