Oggi due due ore di Tg edizione straordinaria, che quasi quasi manco con le vere tragedie succede. .
All'inizio l'ho trovato assurdo, poi, riflettendoci, mi sono preoccupata. E molto anche. Perchè ho capito ancora di più quanto la televisione sia pericolosa.
Il mio pensiero è che il mezzo televisivo esista per ottundere le menti e, in casi più unici che rari, per aprirle. In mezzo a queste due ipotesi non c'è molto, se non gruppetti di sedicenti "alternativi", che affermano di non guardare la televisione (si chiama "sindrome di pinocchio") o addirittura di non possedere il televisore, andando a sfruttare quello di amici, parenti e locali vari (si chiama "braccino corto"). Sono tutti comunque in via di celere estinzione, visto l'impressionante avanzare della tecnologia che ormai permette di vedere la qualunque sulla qualunque (perdonatemi il gergale bisticcio di parole).
Sono davvero rarissimi coloro che non hanno e non vedono la tv per scelta ideologica. E sono quelli più liberi da condizionamenti di immagini e suoni che, messi insieme a dovere e sempre meno subliminalmente, fanno subdola leva sul quel pizzico di voyeurismo nascosto dentro ognuno di noi.
Mostrare a loop la gente che si butta dalle finestre delle torri gemelle in fiamme, i corpi dei migranti che galleggiano, le persone sommerse dalle onde dello tsunami, i cadaveri estratti dalle macerie di un terremoto, gli animali vivisezionati e tutto ciò che riguarda la tragedia, di qualunque natura essa sia, diventa cibo per il voyerismo umano.
E' come quando si rallenta in autostrada, in presenza di un incidente; tutti sperano che non si sia fatto male nessuno e nessuno vorrebbe guardare ma, anche solo per una frazione di secondo, tutti guardano se c'è sangue che scorre o lenzuoli bianchi a coprire.
Stavolta, per fortuna, di lenzuolo non ce n'era neanche uno e i telespettatori italiani (intendo quelli con la mente ancora ottundibile, perchè quelli già ottusi probabilmente si chiedono come mai una chiesa si chiami come uno spettacolo teatrale) invece di tirare un sospiro di sollievo, si sono indignati perchè il resto del mondo non si è fermato di fronte a cotanta tragedia. E, per dar libero sfogo alla loro ipocrita indignazione, hanno invaso la rete e i social di insulti, rivolti a chiunque non si sia vestito a lutto, strappato i capelli, inginocchiato sui ceci, indossato il cilicio, recitato il rosario con annesse giaculatorie o fatto in ogni caso una penitenza assai severa. E tutto senza aver minimamente capito il motivo per cui la penitenza se la sono inutilmente inflitta per primi.
Io non voglio essere polemica, ma a me tutto ciò ricorda tanto il modus vivendi delle pecore. Escludendo quelle nere o quelle smarrite, alle quali va tutta la mia stima, unita alla speranza che non ritrovino mai più la via di casa.
Bravissima concordo con te
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