Un paio di sere fa sono andata al Farnese, alla presentazione del film"La notte è piccola per noi", di Gianfrancesco Lazzotti.
Non andavo al cinema da circa 5 anni, perchè, fra il fatto che sono seriomane spinta e che mi scarico la qualunque in rete, il cinema non era e non è fra le mie priorità di svago.
Sono entrata in sala senza voler sapere nulla in anticipo, nonostante Gianfrancesco e, soprattutto Barbara Livi, una delle protagoniste, siano miei amici.
Ho visto un film molto ben girato e sceneggiato. Il regista ha fatto un ottimo lavoro, trattando alcuni temi molto forti del nostro vivere quotidiano in maniera delicata, ma incisiva. Il risultato è un film un pò amaro ma ironico; un pò retro' ma raffinato, semplice ma mai noioso e con un cast, un signor cast, in cui ogni singolo attore è perfetto per il ruolo affidatogli.
Me lo sono proprio goduto dal primo all'ultimo fotogramma.
Subito dopo però, la riflessione è nata spontanea; cioè... io penso che sia profondamente ingiusto che i film italiani di qualità non abbiano il successo che meritano. Se non si parla del solito cinepanettone (per carità, de gustibus...) o di un filmone (a volte presunto tale) con attoroni (a volte presunti tali), magari con annessa partecipazione del mega attore straniero, il bel cinema italiano sia costantemente penalizzato, a discapito dei tanti professionisti che, sia dietro che davanti alle macchine da presa, hanno creduto nel progetto e lo hanno realizzato con spirito di sacrificio e spirito di squadra, due elementi che per me sono imprescindibili dalla buona riuscita di un prodotto. E questo film è l'esempio di quanto ho appena scritto: un bel prodotto, fatto da bravi professionisti, il cui lavoro meriterebbe di essere riconosciuto e gratificato molto di più.
Per questo, quando sento dire "il cinema italiano è morto" mi incazzo come una bestia. Perchè, invece, il bel cinema italiano è vivo ed è fra di noi. Basta solo volerlo vedere!
Non andavo al cinema da circa 5 anni, perchè, fra il fatto che sono seriomane spinta e che mi scarico la qualunque in rete, il cinema non era e non è fra le mie priorità di svago.
Sono entrata in sala senza voler sapere nulla in anticipo, nonostante Gianfrancesco e, soprattutto Barbara Livi, una delle protagoniste, siano miei amici.
Ho visto un film molto ben girato e sceneggiato. Il regista ha fatto un ottimo lavoro, trattando alcuni temi molto forti del nostro vivere quotidiano in maniera delicata, ma incisiva. Il risultato è un film un pò amaro ma ironico; un pò retro' ma raffinato, semplice ma mai noioso e con un cast, un signor cast, in cui ogni singolo attore è perfetto per il ruolo affidatogli.
Me lo sono proprio goduto dal primo all'ultimo fotogramma.
Subito dopo però, la riflessione è nata spontanea; cioè... io penso che sia profondamente ingiusto che i film italiani di qualità non abbiano il successo che meritano. Se non si parla del solito cinepanettone (per carità, de gustibus...) o di un filmone (a volte presunto tale) con attoroni (a volte presunti tali), magari con annessa partecipazione del mega attore straniero, il bel cinema italiano sia costantemente penalizzato, a discapito dei tanti professionisti che, sia dietro che davanti alle macchine da presa, hanno creduto nel progetto e lo hanno realizzato con spirito di sacrificio e spirito di squadra, due elementi che per me sono imprescindibili dalla buona riuscita di un prodotto. E questo film è l'esempio di quanto ho appena scritto: un bel prodotto, fatto da bravi professionisti, il cui lavoro meriterebbe di essere riconosciuto e gratificato molto di più.
Per questo, quando sento dire "il cinema italiano è morto" mi incazzo come una bestia. Perchè, invece, il bel cinema italiano è vivo ed è fra di noi. Basta solo volerlo vedere!
Sante parole
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